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PONTI e ATTRAVERSAMENTI installazioni al C.A.E. Roma


COMUNICATO STAMPA → Ponti e Attraversamenti, titolo della Mostra curata da Francesco Ruggiero e Elena Dell’Andrea è una Collettiva di Installazioni. Espongono loro Opere gli Artisti Gianpaolo Berto, Elena Dell’Andrea, Javier, David Ovidi, Francesco Ruggiero e Rocco Sciaudone. L’Esposizione, si inaugura domenica 15 Dicembre 2019, prevede l’allestimento di tre Installazioni nell’ambito di una Manifestazione pubblica istituita per la valorizzazione delle eccellenze italiane nel mondo. Il percorso espositivo si avvia con La Paranza, Opera di Elena Dell’Andrea e Rocco Sciaudone, realizzata in gesso nel 2017, dal duplice senso positivo e negativo e rappresenta il tema dell’AttraversaMento e del Ponte, caro ai due Artisti. L’Opera in Mostra al C.A.E. contrappone ad un significato tradizionale positivo legato alla pesca e al lavoro dell’uomo, quindi attraversamento, espresso dalle mani giunte in segno di preghiera e di unione, come un Ponte, un’accezione negativa, ispirata al libro di Saviano La Paranza dei Bambini, l’altra faccia della medaglia, il dualismo tra bene e male. Si prosegue con l’Installazione Fabulae. Fabulae sono le tre Nereidi, le Opere realizzate per questa Esposizione dallo Scultore Javier, Teti la madre di Achille, Galatea amata dal ciclope Polifemo e dal pastore Aci e Anfitrite sposa di Poseidone, sono entità mitologiche nate non dalla spuma del mare come Afrodite ma dalle acque dell’Oceano. Dalla linfa del mare più che dai suoi petali rivelati al sole, le Nereidi immortali di Javier ci guidano in questo mare ricco di bellezza. Vanno da dove vengono, incarnazioni e metamorfosi dei possenti e pulsanti flussi sanguigni del mare blu … colore del cielo. Hanno le fronde ornate di perle, come elisir che danzano nella fluidità delle chiome, impreziosite dalle movenze morbide, e leggiadre nelle forme modulate dall’Artista. Anche le perle vanno da dove vengono. Vengono dal dolente e tormentato seme di sabbia adagiato sul ventre dell’ostrica e su cui essa versa la natura madreperlacea che non le reca offesa. Come un che di generale che viene dal particolare: dall’Essenza. Può il particolare generare l’universale? Solo nell’ambito della conoscenza è possibile che progrediscano idee e tali quesiti, originati da quel … cervello di Giove… che guidò il … martello di Vulcano … a Michelangelo. Altrimenti si renderebbe ogni uomo più cieco di Polifemo, accecati in verità da … Nessuno. La verità è fatta di infinite inclusioni e accettazioni e delle loro genesi … e così via: come le riduzioni di possibilità fatte dal Creatore per generare non solo probabilità bensì anche realtà. La complessa istallazione, con le Nereidi di Javier, si compie e completa con l’Opera totemica realizzata da Davide Ovidi, dal titolo Ulisse, l’uomo che con intuizione si salvò in innumerevoli circostanze, a cui nel Canto ventiseiesimo dell’Inferno Dante fa dire, anche se lo dispone tra i dannati … Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza, … ovvero conoscenza. Ma la conoscenza da sentiero si fa burrone quando, come Lucifero, la si cerca senza i permessi imprescindibili. Diventa pretesa di trovare la verità oltre la vetta dello scibile possibile umano. Lucifero più di ogni altro è stato accecato da Nessuno, … se non da sé stesso. Così nell’Opera scultorea di David Ovidi c’è un Ulisse avvolto nelle fiamme, laddove il solido blu esprime il ghiaccio, quello che avvolge … lo imperador del triste mondo … dell’immaginario dantesco, o del più contemporaneo poeta Lucio Battisti nelle … traccianti luminose gli additano il blu …, Lucifero. L’Ulisse dell’Artista è avvolto nelle fiamme della sua brama di conoscenza che lo porta lontano, nell’unico, verso dove vengo, senso della sua esistenza: Penelope attende sul cubicolo scolpito nell’olivo della Pace, l’Albero della Vita. Le lingue di fiamma della Scultura di Ovidi sono vele di un incessante navigare controcorrente di Ulisse contro un Poseidone verticale, in un errare a spirale verso una vetta che non toccherà e da cui precipiterà prima di toccarla. Prima di raggiungere la misteriosa tessitura nell’Oceano Atlantico per inseguire la quale, l’Ulisse di Dante, abbandona Penelope, come Parsifal la madre. Quello è l’amore da cui veniamo e verso dove andiamo … l’amor che move il sole e l’altre stelle … fluendo come Nereidi nelle correnti dell’infinito Oceano delle possibilità universali, in parte già attraversate e tracciate dagli Erranti … Ulisse. Chiude il percorso espositivo l’Installazione Pensieri ritrovati realizzata da Gianpaolo Berto e Francesco Ruggiero dove … Abbiamo raccolto i nostri antichi pensieri i nostri atti d’amore. Abbiamo raccolto la nostra infanzia che credevamo perduta. Abbiamo raccolto, raccolto tutte quelle cose che credevamo perdute, per sempre. Ce le ha restituite il mare e sono questi legni che abbiamo appesi a queste tavole.  Il Progetto, presentato al Macro Asilo Sala Cinema di Via Nizza a Roma da Marco Bussagli, Docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Antonella Cappuccio Artista, Gerardo Lo Russo già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Presidente dell’Accademia di Belle Arti Villa dei Romani, Gianpaolo Berto Decano dell’Accademia di Belle Arti di Roma e Francesco Ruggiero Curatore e Direttore Artistico, si sviluppa con questa nuova Mostra al C.A.E. Città dell’Altra Economia. 

 


 

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